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Il silenzio sullo stupro quotidiano delle prostitute

Una lettera lucida e accorata, quella scritta da una suora al quotidiano Avvenire, mentre il Paese è attraversato da un moto d’indignazione per i casi raccapriccianti di violenza sessuale riportati dalle cronache di questo periodo, e in particolare per gli stupri perpetrati dal branco a Rimini. Una lettera, quella di suor Eugenia Bonetti, che denuncia gli stupri che avvengono quotidianamente e di cui non si occupa nessuno.

La violenza sessuale sistematica che non indigna nessuno, quella ai danni di migliaia di  “ragazzine straniere che subiscono stupri “a pagamento” da “clienti”, magari benpensanti, ai quali nessuno sta chiedendo conto delle loro azioni…
Come mai questo non fa mai notizia e non suscita scalpore? Come mai anche noi italiani, e soprattutto noi donne, non ci scomponiamo affatto nel vedere le tante ragazzine, anche minorenni, che ogni notte vengono comprate e vendute, schiavizzate e violentate da cinici sfruttatori e da migliaia e migliaia di “clienti”? Chi pensa a loro? Chi si preoccupa di denunciare le migliaia di stupri sistematici e organizzati che avvengono nelle nostre città, non lontano dalle nostre case, nell’indifferenza di chi vede e passa oltre, proprio come nella parabola del buon samaritano?
Sono questi i drammatici interrogativi che pone la religiosa della Consolata, che dopo una lunga vita di missione all’estero ha abbracciato la missione in Italia, nel proprio Paese, quello, dice “così spesso per la sua grande storia definito cristiano e cattolico” , a contatto con migliaia di ragazzine straniere, particolarmente nigeriane che vengono costrette a mettere in vendita il loro giovane corpo per soddisfare l’ingordigia di soldi dei trafficanti e le voglie e la povertà morale di “clienti” in stragrande maggioranza italiani, e al 90% battezzati, molte volte con moglie e figli. Quali valori- si chiede la suora –  si vivono e si propongono, oggi, in questa nostra società che consuma tutto, e tutto, anche le donne, riduce all’usa e getta?”
La  religiosa racconta poi la storia di una diciannovenne che le raccontò di aver incontrato, in una notte, 13 clienti. «Ero richiesta e usata perché ero molto piccola e giovane e ai clienti piacciono le minorenni…».
Quella notte, osserva suor Eugenia, quella ragazzina ha subito 13 stupri. E chi se n’è accorto? Chi ha denunciato questo crimine? Chi l’ha portato sulle prime pagine dei giornali?
A questa catena interminabile di misfatti che avvengono nel buio e nel silenzio va opposto, da parte di chi fa informazione, il coraggio della verità.
Leggi il testo integrale della lettera su Avvenire.it

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